Psicoterapia Breve Strategica: cosa significa?
La Psicoterapia Breve Strategica si caratterizza, rispetto ad altre forme di psicoterapia come un modello di intervento orientato al cambiamento e successivamente alla comprensione del problema non viceversa e la soluzione del problema può avvenire in tempi molto rapidi anche in disagi permanenti da tempo. Quando si parla di disturbi mentali o psicologici si pensa che quanto più persistenti sono i sintomi quanto più lungo e difficile sarà trovare la soluzione. Se poi il disagio si è protratto nel tempo si può anche temere che “per noi non ci sarà soluzione”.
Psicoterapia Breve Strategica: origini.
Negli anni ’70 il gruppo del MRI (Mental Research Institute) Scuola di Palo Alto (USA) presentò alla comunità scientifica i primi risultati degli studi sulle Terapie Brevi.
Successivamente si deve a Paul Watzlawick la sistematizzazione dei principi teorico-applicativi della comunicazione terapeutica (“Pragmatica della comunicazione umana” 1971) e fu una sorta di rivoluzione copernicana nel campo della psicoterapia essendo l’intervento terapeutico rivolto alla soluzione dei problemi e non soltanto all’analisi di quali potessero esserne le cause, tipico delle terapie analitiche fino ad allora utilizzate nell’affrontare il disagio psicologico e la malattia mentale.
L’apporto di Giorgio Nardone
Nel 1987 il lavoro Giorgio Nardone in collaborazione con Watzlawick, di cui era stato allievo nella scuola di Palo Alto, sulla base di ricerche applicate a un vasto numero di soggetti e situazioni porta ad un’evoluzione della “Terapia Breve” verso una forma più avanzata di tecnologia terapeutica, la TERAPIA BREVE STRATEGICA ®
Nel primo libro-manifesto della “L’Arte del Cambiamento” (1990), vengono presentati per la prima volta “protocolli specifici” di trattamento per particolari disturbi psicologici: attacchi di panico (DAP), ossessioni e compulsioni, depressione, dubbi ossessivi-paranoidi, bulimia, anoressia, vomiting, agorafobia.
Psicoterapia Breve Strategica: su cosa si fonda?
L’assunzione di base è che “qualunque condizione ci troviamo a vivere, sana o insana è un prodotto tra noi stessi e ciò che viviamo”.
Il disagio psicologico origina dalla disfunzione percettivo/reattiva con cui un soggetto guarda alla realtà che lui stesso costruisce attraverso la scelta delle sue azioni. Cambiando la modalità percettiva cambieranno anche le sue reazioni.
Il concetto di “problem solving strategico” è alla base della T.B.S. e nella pratica clinica si traduce nel condurre il paziente, mediante stratagemmi prescrittivi, ad avere una percezione diversa della sua realtà fornendogli gli strumenti per operare sul disagio che sta vivendo, modificandone la percezione, reazione e consapevolezza.
Psicoterapia Breve Strategica: l’intervento terapeutico
L’intervento terapeutico parte non dalla ricerca del “perché” quel problema si presenta ma dalla comprensione di “come” è organizzato e se altri ne sono coinvolti.
La tecnica del “dialogo strategico” diventa così un momento diagnostico/conoscitivo perché consente la scoperta sia da parte del terapeuta che del paziente di come il disagio è strutturato ma anche un primo passo risolutivo in quanto facilita la scelta del primo obiettivo da raggiungere aggirando la fisiologica resistenza al cambiamento.
La T.B.S. vede l’intervento terapeutico non fondato su teorie rigide precostituite ma flessibile alle specifiche caratteristiche e risorse del paziente, ritenendo ogni tipo di patologia un equilibrio disfunzionale mantenuto da un circolo vizioso che lo autoalimenta attraverso le “tentate soluzioni” messe in atto dalla persona che hanno finito per complicare il problema anziché risolverlo.
L’intervento terapeutico strategico è strutturato su manovre mirate a rompere un sistema circolare disfunzionale e a sostituirlo con uno equilibrato alle esigenze e possibilità del paziente.
Psicoterapia Breve Strategica: esperienza emozionale correttiva.
Altro concetto portante della psicoterapia breve strategica per rompere il meccanismo patologico del disturbo è quello dell’ “esperienza emozionale correttiva”.
Questa rappresenta il primo tangibile risultato in cui la persona, sperimentando nel concreto un’esperienza emozionale diversa scopre di poter affrontare ciò che non credeva di essere capace di fare.
Psicoterapia Breve Strategica: l’efficacia.
Il modello di T.B.S. per efficacia (soluzione del disagio) ed efficienza (durata del trattamento) in una ricerca effettuata nel 2000 ha dimostrato essere migliore di altre forme di psicoterapia anche nel confronto della terapia cognitivo comportamentale (CBT) considerata gold standard internazionale. (Pietrabissa et al., 2016; Gibson, 2015; Nardone, Salvini, 2013; Castelnuovo et al., 2011; Elkaim, 2007).
La letteratura di ricerca internazionale indica che il 50% dei disturbi può essere risolto entro le 10 sedute, il 25% può giungere ad estinzione con una terapia che non supera le 25 sedute e solo un restante 25% richiede terapie più prolungate nel tempo (M.A. Hubble, B.L. Duncan, S.D. Miller “The Heart and Soul of Change”, American Psycholgical Association – Washinton, 1999)
Nel caso della T.B.S. i risultati evidenziano come gli esiti positivi dell’applicazione del modello si attestano sul 88% dei casi trattati.
Più elevata l’efficacia per i disturbi fobici-ossessivi dove raggiunge il 95%; se consideriamo lo sblocco della sintomatologia, nella totalità del campione è avvnuto entro le prime 4 sedute, ovvero a 2/3 mesi dall’inizio della terapia e la completa guarigione dal disturbo (che include tre incontri di follow-up) si attesta su una media di 7 sedute per l’intero trattamento.
Disturbi d’ansia: 95%
Disturbi ossessivo compulsivi: 89%
Disordini alimentari: 83%
Disturbi sessuali: 91%
Depressione: 82%
Problemi relazionali: 82%
Problemi dell’infanzia e dell’adolescenza: 82%
Disturbi legati all’abuso di internet: 80%
Se sei interessato ad approfondire le tue conoscenze sulla Psicoterapia Breve Strategica, puoi consultare il sito del Centro di Terapia Strategica di Arezzo.